La città di Carrara ha una storia molto antica. Sull'origine del nome della città sono state fatte diverse ipotesi. Secondo alcuni, il nome deriverebbe dall'antico ligure "Kar", che significia "pietra", quindi "luogo delle pietre". Secondo San Gerolamo, il nome "Carrara" deriverebbe dalle parole "Car" (città sui carri) e "Iara" (luna), quindi "città della luna sui carri". Per il geografo Emanuele Repetti, il nome deriva invece dal francese "Carriere", cava, derivato a sua volta dal latino "Carrariae"; ulteriore supposizione è quella del danese Wilhelm Wanscher, secondo cui "Carrara" deriva dall'egiziano Kar-Rha (tempio del Sole).
Veduta della città di Carrara (marchesato di Carrara) in un disegno seicentesco (1520) conservato presso l'Archivio di Stato di Massa.
CARRARA: le Origini
I primi insediamenti nel territorio carrarese risalgono al IX secolo a.C., quando la zona era occupata dai Liguri Apuani, una popolazione di origine celtica. Questa antica stirpe ligure occupava una regione che si estendeva dalla fascia costiera fino all'odierna Lunigiana (testimonianza di questa antica popolazione sono le numerose statue stele che ancora oggi si possono ammirare nei musei). una popolazione di origine celtica. Nel 193 a.C. i Liguri Apuani, riuniti assieme alle altre stirpi liguri, si spinsero oltre l'Arno nel tentativo di respingere gli assalti romani. Nel 186 a.C. Roma subì una pesante sconfitta: il console Quinto Marcio, che guidava un esercito composto da circa novemila unità, fu attirato in un agguato in una località nei pressi dell'attuale Fosdinovo, in seguito ribattezzata "saltus Marcius" (forse l'odierna Marciaso), dove quattromila soldati furono uccisi dagli Apuani. L'episodio fu poi riportato da Tito Livio nel trattato "Ab urbe condita". Roma ebbe la meglio soltanto nel 180 a.C. (ma le lotte continuarono per tre anni), quando i comandanti Publio Cornelio Cetego e Marco Bebio Tanfilo sconfissero gli Apuani, deportandone circa 47.000 nel Sannio e facendo amministrare la zona a dei coloni che fondarono il porto di Luni, di cui oggi si possono ammirare le rovine. In seguito alla fondazione di Luni e alla scoperta dei giacimenti marmiferi (I secolo a.C circa), cominciò l'intenso sfruttamento delle cave di marmo, estratto dagli schiavi sotto la guida di tecnici, portato a Luni con i carri e poi imbarcato. Le antiche cave dell'epoca Romana comprendono gia i tre bacini marmiferi principali: il bacino di Torano (cave di Mandria e del Polvaccio), quello di Miseglia (cave di Canalgrande, Fantiscritti e Tagliata) e soprattutto quello di Colonnata (cave del Bacchiotto, di Calaggio, di Gioia, di Fossa Ficola e di Fossacava). Molti dei monumenti della Roma antica, soprattutto quelli più splendidi e imponenti, furono costruiti utilizzando il marmo proveniente dalle cave di Carrara. Fu grazie all'estrazione del marmo che a ridosso delle cave si svilupparono i primi villaggi in cui risiedevano gli addetti ai lavori: questi insediamenti costituiscono il nucleo più antico della città di Carrara. Sotto il regno dell'imperatore Tiberio Claudio Nerone le cave passarono al fisco patrimoniale della casa degli Augusti; le decime sul marmo vennero incassate dall'erario imperiale tramite un tributo denominato vectigalis. Questo tributo diede poi dato il nome al toponimo di Vezzala, antico quartiere della città di Carrara in cui si trovavano gli uffici e le abitazioni dei funzionari del fisco incaricati di riscuotere il vectigalis. Lo sviluppo della colonia continuerà fino al 476, quando la caduta dell'Impero Romano comporterà anche la crisi delle cave, che diventarono un rifugio lontano dalle coste battute dai barbari.
CARRARA: Dalla caduta dell'Impero Romano alla fine del dominio dei Vescovi di Luni
Dopo la caduta dell'Impero, varie popolazioni si succedettero sul territorio carrarese.
I primi ad arrivare furono i barbari Goti, che occuparono alcune località a monte facilmente difendibili e che si ritiene abbiano fondato i paesi di Codena, Bergiola e Gotara.
Nella prima metà del VI secolo i Bizantini di Giustiniano sconfissero i Goti e riconquistarono la regione, insediandosi di preferenza nelle zone pianeggianti (in questo periodo Luni tornò ad un nuovo splendore). La regione aveva per i Bizantini una grande importanza strategica e militare: si trovava sul limite settentrionale della Provincia Italica da loro controllata, era attraversata da due importanti strade (la via Aurelia verso Ventimiglia e la futura Via Francigena che conduceva oltre il Passo della Cisa. Inoltre, il porto di Luni garantiva un facile accesso via mare alle truppe di Bisanzio.
I Bizantini costruirono una serie di fortificazioni nell'alta Lunigiana per impedire l'accesso dei barbari; anche la zona di Carrara fu interessata da diverse opere militari difensive a scopo interno: la villa romana di Moneta fu riadattata come fortilizio, mentre altre fortificazioni furono costruite presso Castellaro, Castelpoggio, La Costaccia, Castrum Volpilionis, Castelbaito, Il Malpasso.
I Bizantini furono definitivamente sconfitti nel 642 dai Longobardi di Rotari che preferirono la valle di Carrara, maggiormente difendibile, al centro costiero di Luni. Luni, in quanto sede del vescovo, venne apertamente osteggiata dai Longobardi, che ne sminuirono l'importanza accorpandola al ducato di Lucca e favorendo sul piano religioso i monaci della vicina abbazia del Brugnato. Durante la dominazione Longobarda il potere della Chiesa nella cosa pubblica si ridusse fortemente.
Le classi nobili Longobarde si insediarono a Carrara, dove adesso si trova il quartiere del Cafaggio (da cafadium, zona riservata ai nobili), località che circondarono con il broilo (zona riservata allo svago e alla caccia); con questi insediamenti la città di Carrara iniziò a costituirsi come centro urbano: in questi anni conobbe una veloce espansione. Inoltre, da questi antichi nobili Longobardi discesero i ceppi delle famiglie degli Obertenghi e degli Adalberti
Data Conferimento
12 gennaio 2007
Motivo del Conferimento
Centro strategicamente importante, situato sulla "linea gotica", fu oggetto di atroci rappresaglie, rastrellamentie devastanti bombardamenti che provocarono centinaie di vittime civili e feriti e la quasi totale distruzione dell'abitato e delle strutture industriali e commerciali.
Le donne carraresi offrino un ammirevole contributo alla lotta di Liberazione organizzando una coraggiosa protesta contro l'ordine delle forze di occupazione tedesche di sfollamento della città.
La popolazione tutta partecipo', con generosa determinazione, alla guerra partigiana rendendosi protagonista di eroici slanci di umana solidarietà verso quanti avevano bisogno di aiuto e prodigandosi, col ritorno della pace, nella difficile opera di ricostruzione morale e materiale.
Settembre1943/Aprile 1945-Carrara
Cucina Carrarina: |
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Crostini al lardo di Colonnata |
Taglierini nei fagioli |
Muscoli Ripieni |
Torta di riso |
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