Gli incrociatori classe Montecuccoli si possono considerare i primi incrociatori leggeri costruiti dopo la I^ G.M. da parte della Regia Marina, infatti i precedenti 5000 T erano in sostanza dei grossi esploratori. Furono progettati nel 1931 e presentavano una buona protezione, grazie alle forme affinatissime dello scafo avevano una altissima velocità. La protezione era affidata a due paratie di acciaio al nichelcromo: una esterna di 60 mm e una interna di 25 mm a centro nave e 30 mm in corrispondenza delle torri principali e distanziata una dall'altra di 1,60 m. E' da notare che mentre la protezione degli incrociatori italiani copriva circa il 75% della lunghezza della nave, in pratica dalla prima torre di prua all'ultima di poppa, lasciando sprotetti soltanto locali di secondaria importanza gli incrociatori britannici avevano protezione che copriva solo il 30% della lunghezza della nave lasciando scoperti i depositi di munizioni delle torri principali. Il problema principale di queste navi fù indubbiamente l'armamento di scarsa eficcacia, anche i cannoni principali non entusiamarono poichè per ridurre i pesi si era optato per la culla unica, fatto che faceva interagire i due cannoni di ogni torre danneggiando la precisione del tiro. Queste unità si rivelarono ottimi bastimenti con una notevole velocità, alle prove il Montecuccolli superò i 38 nodi, e una sufficiente protezione e furono intensamente impiegate in guerra anche in funzione di posamine che potevano venir imbarcate in due ferroguide laterali per circa 130 mine di vario genere. Il Raimondo Montecuccoli , entrato in servizio nel 1935, fu aggregato alla VII divisione navale con cui partecipò a numerose battaglie, Punta Stilo e mezzo guigno, a scorte a convogli e a posa di mine. Aggregato alla FF.NN. da battaglia a Genova raggiunse con essa Malta il 10.9.1943 e si consegnò agli inglesi. Svolse numerose missioni durante la co-beligeranza e rimase alla marina anche dopo la guerra. Dall 1949, fu adibito a nave scuola per gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno effettuando numerose crociere in tutto il mondo che lo resero famoso. Radiato definitivamente il 1° giugno 1964.
L'unità gemella, Muzio ATTENDOLO (motto: Constans et Indomitus)dopo aver partecipato alla battaglia di Punta Stilo ed essere impiegato principalmente nella scorta convogli da Napoli a Bengasi e a proteggere il traffico diretto in Albania partecipò alla battaglia di Mezzo Agosto (10-15 agosto 1942). Ricevuto l'ordine di rientrare a Messina ebbe tutta la prua asportata da un siluro lanciato all'imboccatura dello Stretto dal sommergibile inglese Unbroken. L'Attendolo rimase per i lavori di riparazione a Messina dal 14 agosto al 4 settembre quindi potè essere trasferito a Napoli. Il giorno 4 dicembre 1942, durante un violento attacco aereo nemico su Napoli l'unità venne colpita da diverse bombe. Il Muzio Attendolo venne colpito al centro da una o due bombe e venne danneggiato sotto la linea di galleggiamento, diversi incendi scoppiarono nella parte poppiera della nave. Quando gli incendi vennero domati la nave non era stata ancora mesa in salvo, ma un allarme di un nuovo attacco aereo, rivelatosi poi falso, fece sospendere le operazioni di soccorso e quando queste ripresero era ormai troppo tardi, in quanto la nave si era inclinata affondando. Alla fine tra l'equipaggio si contarono 188 morti e 46 feriti.
Motto Muzio Attendolo:
Constants Et Indomitus
(tenace e indomito)
Motto successivamente passato all'Aliseo. Al Muzio Attendolo era stata assegnato il motto POST FATA RESURGO che si preferi abbandonare perchè il riferimento alla morte del grande condottoiero ( per annegamento nel 1424) era apparso poco propiziatorio.